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lunedì 12 dicembre 2011

Ancora una morte bianca, ancora una vita sul lavoro.

Volgiamo alla fine del 2011 e si stanno tirando le somme degli infortuni mortali che sono avvenuti nel corso dell'anno.
Infortuni sul lavoro e morti bianche sono il tema principale di numerose conferenze di fine anno e riviste specializzate che pubblicano articoli come se fosse una rincorsa all'articolo più bello o dettagliato, ma il problema di fondo non sta nell'analizzare il numero esatto degli infortuni motali perchè fino a quando ci sarà anche solo una vittima sul lavoro non ci potremo mai ritenere soddifatti.
Sfogliando le riviste si legge da una parte che nel corso del 2011 ci sono stati ben 255 morti rispetto alle 218 del 2010, dall'altra che le morti sono di ben 691, in un'altra ancora che nel 2011 vi è stato un incremento del 17% rispetto al 2010, insomma, un succedersi di articoli che sembra un bollettino di guerra.
Certo che, se poi andiamo a vedere i militari caduti in questo anno il numero è di 10 soldati e quelli caduti sul lavoro sono di ben circa 691 e questo ci dovrebbe far riflettere non poco.
Analizzando bene le modalità e le cause principali che contribuiscono a questa triste realtà, il risultato è che ancora oggi vi è spesso una grave carenza di cultura e sensibilizzazione della sicurezza.
Ancora troppo spesso siamo costretti a fermarci per riflettere sugli eventi mortali e solo quando tali eventi sono ormai accaduti ci sentiamo in dovere di fare qualcosa, ma la soluzione starebbe nel prevenire tali eventi e far sì che questi non accadano.
Ultima notizia di oggi che ha scosso tutti è stato l'incidente che ha tragicamente coinvolto un ragazzo di soli venti anni nel palazzetto di Trieste mentre stava montando il palcoscenico del cantante Jovanotti.
Le cause sono ancora da chiarire, da una prima analisi si ritiene che la struttura non abbia retto travolgendo gli addetti ai lavori.

Ancora una volta non è sufficiente sensibilizzare il lavoratore in merito ai rischi, ma si deve fare attenzione alle errate scelte progettuali, alle procedure e alle errate modalità esecutive.
Ancora un volta è evidente l'importanza e l'efficacia di una costante informazione, formazione ed addestramento del personale in merito a tutti rischi e alle procedure di lavoro.
Allora ci potremo domandare non solo se è giusto morire per cinque euro l'ora, come i colleghi e amici del ragazzo hanno affermato, ma se è giusto andare a lavorare senza sapere quali sono i rischi che si corrono, senza avere le dovute protezioni, senza sapere quali siano le giuste procedure.
Sono ancora troppi i lavoratori che rischiano la loro vita sul lavoro improvvisandosi carpentieri, muratori, e forse come in questo caso tecnici capaci al montaggio di un'opera così complessa, tutto per poter guadagnare qualche soldo in più per poter andare avanti in un periodo dove la crisi mette tutti in grandi difficoltà.
Nessuno si tira in dietro di fronte al lavoro, ma forse, è il caso che ognuno faccia un esame di coscienza e rifletta sul fatto che è meglio rifiutare un lavoro pericoloso o nel quale si è poco preparati piuttosto che rischiare la propria vita.
Lavorare è un diritto, essere formati è un diritto di tutti i lavoratori, ma anche la vita è un diritto viverla.

lunedì 5 dicembre 2011

Certificazione delle Competenze

Sono lieto di poter condividere con tutti vuoi la notizia ufficiale del riconoscimento delle mie competenze in qualità di Docente Certificato per la Sicurezza sul Lavoro secondo le norme ISO UNI CEI 17024:2004 e della registrazione presso in registro internazionale KHC consultabile anche on-line presso il sito www.khc.it.
La Certificazione KHC è lo strumento per comunicare al mercato la competenza nella mansione del Professionista l'adeguatezza ed efficacia di un Corso di formazione nel trasferire il relativo Know How.
Di seguito viene riportato lo schema nel quale è illustrato tutto l'iter per ottenere la certificazione.
 
 
 

SQE SAFETY DAY 2011

Ormai mancano poche ore, domani martedì 06.12.2011 presso il Centro Congressi Frentani di Roma si svolgerà la Giornata Nazionale per la Sicurezza sul Lavoro nel 4° Anniversario dalla Thyssenkrupp.
Tre passi verso il futuro!
Adottare efficaci sistemi di gestione per la sicurezza, combattere i comportamenti pericolosi, promuovere i compotamenti virtuosi.
Filo conduttore della giornata sarà la sensibilizzazione alla sicurezza che ricordo essere non un lusso, bensì un diritto e un dovere dei lavoratori.

martedì 25 ottobre 2011

Quando la sicurezza è estranea anche nelle nostre case

Pochi giorni fa mi trovavo ad eseguire qualche lavoretto nel giardino, mentre sentivo delle urla di alcune persone che si davano delle indicazioni su un qualcosa che ancora mi era ignoto. Incuriosito da tanta enfasi, mi accorgo che poco più in là nel giradino di una casa, si stava eseguendo una improbabile e quanto mai bizzarra potatura. La mia attenzione viene catturata dal modo in cui veniva eseguita la stessa.
Tutti i giorni, sui quotidiani e sulle riviste specializzate, si parla degli innumerevoli infortuni sul lavoro e a tal riguardo si sta cercando di lavorare molto sulla sensibilizzazione in materia, ma da quanto ho potuto vedere la strada è ancora molto lunga.
Le modalità con cui i signori stavano effettuando la potatura era delle più pericolose in assoluto, dove l'infortunio era davvero a portata di mano e non esagero nel dire che la probabilità di un evento mortale era elevatissima.

L'attrezzatura che veniva utilizzata ero una scala portatile come si può vedere dalla foto a sinistra. La scala è una delle attrezzature maggiormente utlizzata per la semplicità d'uso e per la sua facilità nel trasportarla, però si tende sempre a sottovalutare la sua elevata pericolosità. Il triste conforto di questo ce lo da la statistica dove riporta che per caduta dall'alto, gli infortuni con maggiore frequenza di lesioni e mortali sono elevati. Dalle denunce degli infortuni il 50% delle cadute dall'alto è legata all'utilizzo delle scale portatili. Questo non vuol dire che è un dato al quale dobbiamo rassegnarci ma possiamo ridurre i rischi da caduta dall'alto con sufficienti accorgimenti e comportamenti corretti.
La normativa, a partire dalle linee guida dell'ISPESL al testo unico, ai vari corsi di infromazione formazione ed addestramento, le riviste specializzate e testi sulla sicurezza, non perdono mai occasione per informarci e formarci sul corretto utilizzo della scala portatile ma, come sempre e troppo spesso accade, si tende a sminuire la serietà e l'importanza della questione.
Nella potatura che il signore stava eseguendo, il problema era ancora più grave della "non conoscenza delle normative" in materia di prevenzione e sicurezza, perchè qui cosa che veniva a mancare era il buon senso, dove per la maggior parte delle situazioni è causa di infortuni.
Spesso per evitare un infortunio non serve essere a conoscenza di tutta la normativa in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma basterebbe pensare a quello che si sta per fare, analizzando attentamente quelli che sono i rischi e quali le conseguenze che ne deriverebbero.
La persona nella foto a destra sulla, scala senza un minino di protezione(una semplice imbracatura o qualsiasi altro accorgimento che gli possa evitare la caduta), ha messo a piena dimostrazione un atto di incoscienza mettendo a rischio la propria incolumità.
Spesso, nei miei vari sopralluoghi nei cantieri o nei luoghi di lavoro, mi sento dire con tutta tranquillità: " tanto è solo per un attimo".La prima cosa che insegno ai corsi di formazione è che per farsi male non occorre una giornata lavorativa, ma ci vuole un attimo, e da quell'attimo non sappiamo quali possono essere le conseguenze che ne scaturiscono. Se siamo fortunati ce la cavamiamo con delle semplici lesioni e ci occorrono diversi giorni per guarire, ma se da quell'evento grave le conseguenze son quelle di una immobilità permanente o di morte? Con questo non voglio fare esagerazioni di nessun genere, ma vorrei solo portare alla riflessione che oggi gli infortuni sul lavoro sono troppi, e troppo spesso, sono dovuti alla semplice leggerezza
di come si affrontano alcune lavorazioni che possono andare dal cantiere più complesso a semplici lavori fai da te.
Vorrei fornirvi uno spunto di riflessione ed è il seguente: per evitare di farsi male non serve essere dei perfetti conoscitori di normativa ma semplicemente delle persone responsabili, considerando che spesso l'infortunio di uno può mettere in serio pericolo anche la vita di un nostro collega o amico che viene a soccorrerci.
Dalla foto riportata a sinistra, vediamo sulla scala l'operatore intento nella sua attività di potatore "non protetta", ma se facciamo attenzione, in basso sulla destra, ci sono due persone che lo stanno aiutando "considerati preposti" con una corda a tirare il ramo che lo stesso deve avere legato in precedenza. Questo mi porta a pensare come la sensibilità alla sicurezza sia ancora un qualcosa di totalmente estranea a troppi e di quanta strada ancora si deve fare.



venerdì 21 ottobre 2011

Fine della prima sessione del corso Formare i Formatori

E' da poco terminata la prima sessione di tre giorni del corso Formare i Formatori, una esperienza unica, ricca di emozioni dove ci si mette in "gioco" per imparare.
Ottima è la professionalità del corpo docente e di tutto lo staff organizzativo e meraviglioso è il gruppo che in questi giorni si è andato a formare.
Ora ci si mette sotto per studiare la prima parte in attesa che inizi la seconda.
A presto al 9 novembre!!

W.W.

giovedì 20 ottobre 2011

Corso Formare i Formatori

Oggi giovedì 20 ottobre 2011 è terminata la seconda lezione.
Domani sarà la giornata conclusiva del primo step del corso che riprenderà poi il 9 novembre 2011.

Ciao eccomi

ciao sono al corso formare i formatori